giovedì 18 settembre 2014

PSICOLOGIA. QUELL'ATTRAZIONE IRREFRENABILE PER LE COSE PROIBITE....


Spesso ci capita di guardare a ciò che gli altri hanno/sono/fanno e di provare un pizzico di... invidia, convincendoci che questi altri vivano e posseggano qualcosa di molto più appetibile ed interessante rispetto a noi.
Ma non è sull'invidia che vogliamo soffermarci, quanto piuttosto su ciò che scatta in noi quando puntiamo la nostra attenzione e le nostre energie per possedere quelle cose che dalla massa sono considerate proibite, inaccessibili.
Pare proprio che l’essere umano sia terribilmente attratto da ciò che è proibito (non importa che si tratti di una doppia fetta di profiterol o qualcosa di più "significativo", come una sostanza illecita….) e finché non ottiene quella determinata cosa non si dà pace..
Il pensiero va sempre a finire lì!

A confermarlo ci pensano i dati sperimentali di una ricerca condotta dalla psicologa Grace Truong dell’Università della British Columbia.
 ha spiegato quali meccanismi scattano nella nostra mente, che ci fanno apparire le cose a noi accessibili come meno interessanti ed importanti rispetto a quelle (di solito altrui) che invece sono difficili da ottenere; inoltre, se un dato oggetto è stato proibito non solo a noi ma anche agli altri, il pensiero di possederla diminuisce: è come se la cosa ci tranquillizzasse, rendendoci quell’oggetto proibito meno attraente.

La spiegazione di questo meccanismo mentale può addirittura essere fatto risalire ai nostro biblici progenitori, Adamo ed Eva e la domanda in tal senso è...: la coppia avrebbe gestito la tentazione di prendere o meno il frutto proibito in Eden diversamente, se con essa ci fossero state altre persone - per cui il divieto avrebbe assunto caratteri più estesi -?
Secondo la logica alla base di questo processo mentale, è probabile che il frutto stesso non sarebbe apparso più di tanto appetibile e la trasgressione forse non sarebbe mai avvenuta….!

Ora, magari in tanti non riterranno necessario scomodare la prima coppia che ha dato vita al genere umano, per cui ci limitiamo ad affidarci ai risultati dell’esperimento condotto dal team capeggiato dalla Truong.
Ai partecipanti alla ricerca sono stati presentati tre tipi di test: nel primo venivano presentati degli oggetti di vita quotidiana, divisi in categorie, vale a dire oggetti appartenenti a ciascun volontario, oggetti di proprietà altrui, oggetti proibiti a tutti ed oggetti proibiti solo al singolo volontario.

Nel secondo test (che chiedeva di attivare capacità di memoria e riconoscimento), è stato chiaro come solo gli oggetti proibiti che i volontari avevano ritenuto poco importanti fossero poi riconosciuti di valore pari ai propri e magari superiore a quelli altrui; nel terzo momento sperimentale, gli studiosi si sono soffermati sull’aspetto cerebrale e hanno notato come soltanto l’oggetto proibito al singolo individuo fosse riconosciuto ed individuato molto rapidamente a livello neurocognitivo.
Grazia Truong, UBC Dipartimento di Psicologia
grace truong

In conclusione: diamo minore attenzione a quello che è proibito a tutti, mentre il nostro interesse si attiva in modo significativo quando l’oggetto del desiderio è difficile da ottenere e viene proibito soltanto noi…!


Nome della ricerca "An unforgettable apple: Memory and Attention for forbidden objects" (studio apparso su "Cognitive, Affective and Behavioral Neuroscience").


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