venerdì 5 settembre 2014

PSICOLOGIA. LEGGERE ROMANZI MIGLIORA LE ABILITA' SOCIALI E DI PENSIERO

Non c'è bisogno di dirlo..., finiremmo per essere ripetitivi...!
Ma lo diciamo ugualmente: leggere fa bene e, più in particolare: la lettura di romanzi migliora una serie di competenze e processi di pensiero fondamentali nelle complesse relazioni sociali.
E arrivano a sostegno di tale affermazione anche i risultati di alcune ricerche, tra cui quella realizzata dalla New School for Social Research di New York e guidata da David Comer Kidd ed Emanuele Castano.
I generi letterari presi in considerazione per questo studio sono stati tre: finzione letteraria, narrativa popolare e saggistica. 
Ai partecipanti (divisi in tre gruppi) alla ricerca è stato chiesto di leggere testi da uno dei tre generi; Kidd e Castano hanno quindi testato le loro "Teorie della mente" (ToM) utilizzando diversi strumenti di misura consolidati, riscontrando che i risultati nei test, da parte dei partecipanti chiamati a leggere il genere fiction, erano significativamente migliori rispetto a quelli degli altri gruppi sperimentali, che tra loro non differivano.
Questo genere di libri infatti richiede impegno intellettuale e l'uso del pensiero creativo da parte dei suoi lettori; rispetto alla saggistica, migliora le capacità di comprendere emotivamente le altre persone, hanno quindi un'influenza importante sulle relazioni sociali complesse, e questo grazie alla maggiore complessità psicologica dei personaggi della letteratura narrativa, la quale permetterebbe al lettore di  immedesimarsi in ciò che legge e riconoscere il proprio mondo interiore. 

Questa capacità di empatia ed immedesimazione è riconducibile ai cambiamenti neuronali che si verificano in coloro che leggono con costanza i romanzi: infatti, i volontari della ricerca - sottoposti alla risonanza magnetica funzionale per 19 giorni consecutivi, durante i quali hanno letto un romanzo - hanno riportato un significativo incremento di connessioni cerebrali in quelle aree associate alla comprensione della storia e alla scelta di prospettiva; anche se i cambiamenti in queste aree non perduravano nel tempo, a resistere erano quelli relativi alla corteccia somatosensioriale, che ha a che fare con le sensazioni fisiche e il sistema del movimento.
I cambiamenti neuronali rilevati dimostrano proprio che la lettura di un romanzo può trasportare il lettore nel corpo e nei panni del protagonista, non solo mentre legge ma anche per alcuni giorni successivi. 

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